Tina Anselmi, la prima donna ministro nominata nel luglio del 1976. Partigiana, insegnante, sindacalista. Ha ricoperto il ruolo di presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2. A settanta anni dal voto alle donne, hanno emesso un francobollo in sua memoria
“Ogni giorno dobbiamo prenderci la nostra parte di responsabilità perché solo così le vittorie che abbiamo avuto sono vittorie permanenti”. Era il 2007 quando Tina Anselmi, durante un’intervista rilasciata a Enzo Biagi, con queste parole ripercorreva le atrocità della guerra e la ferocia della dittatura: violenze che ha imparato presto a combattere facendo dell’antifascismo la ragione delle sue idee e il cardine di quella politica appassionata e attenta che è arrivata poco più tardi e che ha tratteggiato la sua devozione alla cosa pubblica. È stata nominata ministro del Lavoro e della Previdenza sociale e ministro della Sanità firmando, tra le altre, la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale.
Nominata prima donna ministro nel 1976. Chi era Tina Anselmi
Nacque a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927, la stessa città dove morì 89 anni più tardi. Poco distante frequentò le scuole superiori, a Bassano del Grappa, diplomandosi all’istituto magistrale: un percorso che avrebbe concluso nel ‘48 laureandosi in lettere a Milano e dedicandosi all’insegnamento presso una scuola elementare.
Tina Anselmi aveva solo 17 anni quando i nazifascisti costrinsero lei e gli altri abitanti della città ad assistere all’impiccagione di trenta persone. Un’efferatezza che squarciò, come fa la lama su una tela, la vita della giovane donna: da quel momento prese parte attiva alla Resistenza e divenne una staffetta. Si iscrisse poi alla Democrazia Cristiana, infine l’impegno nell’attività sindacale di CGIL e CISL.
Il 29 luglio del 1976 arriva la nomina a Minstro del Lavoro dall’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Nel 1978, per un anno, Ministro della Salute. Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, la nomina a presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli. A darle l’incarico fu Nilde Iotti, allora Presidente della Camera. Unica donna della Commissione, utilizzò per prima la metafora della doppia piramide per presentare le gerarchie del “sistema P2”.
A luglio di quest’anno Rosy Bindi, invitata a ‘Estate antifascista’, a Castelfranco Veneto, città natale di Anselmi, all’evento organizzato dalla sezione Anpi cittadina, dall’Associazione Porte Aperte e da Libreria Ubik di Castelfranco, ha disegnato un ritratto della donna, della partigiana e dell’insegnante. Lo ha fatto pochi giorni prima del 45esimo anniversario della nomina di Tina Anselmi a primo ministro donna della storia repubblicana italiana. È l’unica personalità alla quale, ancora in vita, hanno dedicato un francobollo nel giorno in cui si sono celebrati i 70 anni del voto alle donne.
Tina Anselmi è morta il 1 novembre del 2016, dopo una lunga malattia. I suoi insegnamenti restano nei libri di storia, tra le strade cittadine, nei premi donati a chi combatte la mafia a viso aperto. La sua memoria resta nelle pagine della legislazione italiana.
(Foto apertura: Mimmo Chianura/AGF)
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