C’è chi si prefigge di smettere di fumare, di mangiare, di spendere troppi soldi, di lamentarsi, etc. E chi invece si ripromette di cominciare uno sport, la dieta, un hobby, lo studio di una lingua straniera, etc. E c’è un momento ideale per fare entrambe le cose: il primo giorno dell’anno nuovo.
È la data per eccellenza dei grandi cambiamenti. Il momento perfetto per ripartire da zero verso nuovi orizzonti, per abbandonare cattive abitudini, per trasformarci in persone migliori.
Il 1° gennaio ci ritroviamo tutti ai blocchi di partenza per iniziare un nuovo percorso muniti della tradizionale lista dei buoni propositi. A cosa si deve questa usanza? Perché ci impegniamo così tanto a fare progetti che spesso non rispettiamo? E oggi che abbiamo di fronte un futuro tanto incerto, ha ancora senso fare programmi per i mesi a venire?
Abbiamo rivolto queste domande alla dottoressa Chiara Venturi, psicologa psicoterapeuta a Milano, che sul suo blog fornisce una lista di consigli pratici per stilare una lista dei buoni propositi.
Dottoressa Venturi, ci spieghi da cosa deriva questo desiderio di cambiamento che scatta inesorabilmente a ridosso del nuovo anno. Progettare il futuro ci fa stare meglio o è indice di una insoddisfazione per il presente?
Entrambe le cose. Avere una spinta al miglioramento e alla progettualità è sicuramente uno stimolo, un motore positivo per il cambiamento. Sarebbe importante riuscire a tenere insieme entrambe le cose: godere di ciò che abbiamo già e di ciò che già riusciamo a fare, e allo stesso tempo fare un elenco di cose che potremmo voler migliorare. Immaginare un futuro più gratificante non può prescindere dall’essere già soddisfatti, magari solo in parte, dallo stato attuale. Altrimenti diventa molto frustrante vivere in un tempo presente di cui non possiamo godere.
Ci sta invitando a trovare lati positivi anche per il 2020? È difficile. Ci dica come fare.
A questo proposito possiamo ripercorrere l’anno passato ed annotare le cose che, nonostante le difficoltà siamo riusciti a guadagnare, a superare: le cose che, nonostante tutto, sono andate bene, o che abbiamo fatto bene.
Ha senso fare la solita lista anche quest’anno così pieno di incertezze? Oggi che sembra così difficile pianificare il futuro è comunque un bene coltivare dei progetti?
La differenza quest’anno è ovviamente che non possiamo fare pianificazioni e progetti a lungo termine, e probabilmente neanche a medio termine. Molte persone soffrono per non poter pianificare viaggi, gite, incontri personali, momenti di evasione e di stacco che eravamo abituati a immaginare. Le incertezze economiche impediscono per esempio di pianificare l’acquisto di una casa o altri progetti importanti. Ma nulla ci vieta di progettare il cambiamento di abitudini di vita verso una direzione più salutare, per esempio.
Questa pandemia, insomma, ci ha rubato la possibilità di sognare?
No. Quella resta intatta. Anzi è importante mantenere anche una progettualità viva e attiva pensando a uno scenario in cui le restrizioni dovute alla pandemia saranno solo un ricordo lontano. Immaginare un futuro più libero è sicuramente molto importante da un punto di vista psicologico. Molte persone quest’anno hanno messo in cantiere un figlio, o lo hanno avuto. Si sono sposate o hanno progettato di farlo nel 2021 o nel 2022. Oppure hanno investito tempo e risorse in un nuovo progetto, sfruttando l’ondata di cambiamento o anticipando le trasformazioni a cui siamo andati incontro. Questa spinta progettuale è stata vitale: un segno concreto che si può andare oltre, al di là della situazione attuale. Un altro motivo per cui ha senso avere buoni propositi anche quest’anno è che quando ci promettiamo di mettere in atto un cambiamento, ci sentiamo immediatamente più in controllo e il senso di padronanza aumenta.
Meglio avere pochi obiettivi specifici e raggiungibili? O puntare in alto con il rischio però di non riuscire a rispettare il piano?
Alcuni studi indicano che i buoni propositi possono essere di grande utilità, tuttavia solo se formulati correttamente. Diciamo che rispettare i buoni propositi di per sé non è semplice poiché si tratta di introdurre nuove abitudini, che non sono (non ancora) automatiche e spontanee. È bene porsi obiettivi realistici e cercare di attuare il piano un passo alla volta, in maniera costante. Questo non significa non poter sognare in grande, ma se ci poniamo dieci grandissimi obiettivi il 1°gennaio, per poi mollare il colpo il secondo giorno schiacciati dal peso della frustrazione, saremo punto e a capo, magari paralizzati dal peso dell’ansia da prestazione. È corretto spingersi verso il miglioramento, ma se il divario tra il sé reale e l’ideale è troppo ampio, l’effetto è controproducente. Troppo rigore, il perfezionismo o un atteggiamento molto rigido verso se stessi sono altrettanto controproducenti.
Di solito l’anno nuovo è l’occasione per voltare pagina. Per abbandonare le cattive abitudini ecc. Dalla sua esperienza quali sono i cambiamenti più desiderati?
I cambiamenti più desiderati di solito riguardano lo stile di vita: lavorare di più o di meno, vivere con meno stress, dedicare più tempo alla famiglia o agli amici, conoscere persone nuove, leggere di più, fare più attività fisica, alimentarsi in maniera più salutare, smettere di fumare, spendere di meno, guadagnare di più. Un’altra categoria di propositi molto comuni riguarda gli aspetti caratteriali: diventare persone meno aggressive, più pazienti, più disponibili, etc.
Passiamo ai consigli pratici. Cosa fare per mantenere i buoni propositi…
Il primo consiglio è quello della costanza: fare, anche poco, ogni giorno. L’azione è fondamentale per il cambiamento. Se sono indeciso se fare una corsa al parco o meno, è più utile agire anziché spendere un’ora di tempo a rimuginare su vantaggi e svantaggi della scelta. L’azione è il miglior antidoto contro la procrastinazione. Il secondo consiglio è quello di praticare la gratitudine e la self-compassion verso se stessi per quello che siamo riusciti a raggiungere anche nelle piccole cose, e l’incoraggiamento per continuare a lavorarci. Non scoraggiamoci se capita di non riuscire a portare a termine l’obiettivo per un giorno, o una settimana: non dev’essere un motivo per gettare alle ortiche tutto il progetto. Magari ci riposiamo un momento, rifacciamo il punto, recuperiamo la motivazione e le forze e ci rimettiamo in cammino. A tutti, anche ai migliori, capita di inciampare, o di distrarsi.
Per chi ancora non l’avesse fatta… Come potrebbe essere la lista dei buoni propositi ideale?
È importante prendere nota, tenere traccia: in questo caso fare elenchi all’inizio dell’anno di punti su cui vogliamo lavorare è un sistema utile per non dimenticare ciò che ci siamo prefissati. Nella scelta dei punti da inserire nell’elenco procediamo per priorità. Se ci sono troppi punti, bisogna andare per esclusione: sceglierne 5 o 6 che siano davvero prioritari. Chiediamoci quale motivazione ci spinge a scegliere quei propositi e non altri, e se la motivazione è importante, allora ne vale la pena. Privilegiamo i desideri piuttosto che i doveri: desidero sentirmi in forma fisicamente, e avere un corpo sano anziché devo fare sport un’ora al giorno. I piani di azioni poi devono essere concreti, anche se suddivisi in piccoli passi: “Da domani mi metto a dieta” è uno dei propositi più fallimentari. È necessario riflettere prima su come intendo affrontare il cambiamento, attraverso quali piccole o grandi azioni concrete quotidiane, quali difficoltà posso incontrare e come le affronterò, e chi mi potrebbe aiutare nel mio progetto. Consiglierei anche di valorizzare i maggiori successi dell’anno trascorso e di ricostruire come abbiamo fatto a raggiungere il traguardo. Sarà uno stimolo importante per motivarci e per indicarci quali sono stati i percorsi efficaci e positivi.
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