È il cosiddetto “effetto pandemia”. Così potremmo definirlo. L’insicurezza dell’emergenza sanitaria ha rotto gli argini anche nel Web nell’ultimo anno che ci siamo lasciati alle spalle. La Rete è purtroppo un posto sempre meno sicuro. Un terreno di scontri fitti tra spie, hacker, potenze emergenti.
A riferirlo è una fonte assolutamente affidabile: la Relazione 2021 dei Servizi segreti. In un mondo dove ormai si viaggia davvero poco e solo per motivi di necessità, in cui siamo sempre chiusi in casa e le forze dell’ordine controllano costantemente tutto, gli spazi fisici si sono drasticamente ridotti. Morale della favola: questo ha favorito lo spostamento delle conflittualità in uno sconfinato campo di battaglia, cioè la Rete. Gruppi politici estremisti, terroristi, strumentalizzatori di crisi economiche e sociali: tutti si sono dati appuntamento qui per rimestare le acque. Per accendere lo scontro.
Dagli estremisti agli hacker, il Covid ha fatto impennare gli attacchi informatici
Ma sotto questa situazione ribolle molto altro, un brulicare di azioni e operazioni illegali. In questi tempi di Covid, infatti, è sempre più importante la dimensione telematica. Motivo che ha fatto registrare un’impennata di attacchi informatici. A cominciare proprio dalle incursioni informatiche nel sistema farmaceutico-sanitario per sottrarre informazioni sensibili su terapie e stato della ricerca.
Nel mirino di queste incursioni sono finite strutture ospedaliere, centri di ricerca, società di sviluppo di vaccini e terapie anti-Covid. Ma come se non bastasse, oltre il cyberspionaggio verso strutture governative, si sono scatenati anche i criminali informatici. Al di là delle note attività di phishing e mail bombing sono avvenuti tentativi di violazione di portali web, sfruttamento di vulnerabilità note, registrazione di domini malevoli per ingannare gli utenti.
Attacchi hacker: sono cresciuti del 20%
Dunque, le intrusioni informatiche hanno preso di mira soprattutto enti e operatori sanitari, ma più in generale c’è stato un incremento del 20% delle azioni hacker. I più colpiti sono stati indubbiamente i soggetti pubblici con un 83% di attacchi (+10 punti percentuali rispetto al 2019) soprattutto le amministrazioni locali. Ma sotto attacco sono finiti anche il settore bancario (11%, +4% rispetto al 2019), quello privato farmaceutico/sanitario (7%) e dei servizi informatici (11%).
Difronte ad un incremento degli attacchi a doppia cifra, in taluni casi, non resta che prendere le dovute contromisure. Usare firewall, installare un antivirus e un antimalware (anche gratuiti), creare password forti con doppio fattore di identificazione, non aprire mail sospette, né allegati all’interno di esse, non cliccare su link inviati da mail sospette, non frequentare siti che non dispongono di https, non collegarsi a wi-fi sconosciuti, fare attenzione che i siti a cui siamo collegati non siano stati clonati… Ma soprattutto documentarsi sempre sulle ultime modalità di attacco. Per evitarle o, comunque, proteggersi.
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