La primavera ‘non è stagione di rinascita per tutti, c’è chi è abituato alla propria comfort zone e chi teme cambiamenti e si chiude nel proprio guscio’, dice Daniela Chieffo, professoressa di psicologia all’Università Cattolica di Roma. Cos’è il mal di primavera e quali sono i suoi sintomi.
L’arrivo della bella stagione “può essere un problema per chi soffre di ansia, depressione o semplicemente fa fatica ad abituarsi ai cambiamenti”. Il mal di primavera mette a dura prova “le persone tendenzialmente umorali, che cambiano il proprio stato d’animo con le condizioni climatiche, chi fa fatica ad ambientarsi a situazioni nuove, come uscire per una passeggiata, ritrovarsi all’aria aperta per un momento di convivialità”. A farne le spese sono soprattutto “anziani e donne, per motivi diversi”. Così all’Adnkronos Salute Daniela Chieffo, professoressa di psicologia all’Università Cattolica di Roma.
Il mal di primavera fa rima con solitudine per le persone anziane
“Gli over 65 temono l’abbandono di familiari che, con l’arrivo della bella stagione, tendono a uscire, ad allontanarsi, a stare meno in casa – spiega Daniela Chieffo -. E questo provoca un senso di smarrimento nelle persone avanti con gli anni, hanno paura della solitudine. Per le donne, invece, ad incidere sono sicuramente i fattori ormonali, le allergie e la paura di non riuscire ad adattarsi a situazioni nuove, per mancanza di progettualità o perché pensano di non potercela fare”.
La luce, i colori e i profumi diversi tipici della primavera “possono creare angoscia in persone con trigger ansioso-depressivi o in persone che, senza aver problemi di depressione, semplicemente faticano ad aprirsi al mondo esterno – descrive l’esperta – ad adattarsi a nuove situazioni. Sono persone che non amano stare all’aria aperta, ma anzi prediligono la propria comfort zone, si chiudono nel loro guscio”.
Cos’è il mal di primavera e come si riconosce
I sintomi sono ben identificabili: “Anedonia”, ovvero l’incapacità, totale o parziale, di provare soddisfazione; “apatia”, ma anche “la mancanza di energia nel fare le cose, la lentezza esecutiva, la facile stancabilità che si riversa sulla vita quotidiana”, illustra Chieffo. Superare tutto questo “si può, l’importante è volerlo. Basta farsi coinvolgere di più dagli altri, decidere di vivere. Se un raggio di luce entra nella stanza, bisogna vederlo come un’apertura verso la vita”.
Primavera, stagione di risvegli e… di disturbi
Primavera, stagione del risveglio… si fa per dire. Una volta stabilito cos’è il mal di primavera è utile sapere che in questa fase dell’anno arrivano anche le piccole ‘noie’ di adattamento al cambio stagionale che strapazzano un po’ il fisico: allergie, disturbi del sonno, infreddature da sbalzi termici, dolori articolari. A fare il quadro per l’Adnkronos Salute è Giorgio Sesti, docente di medicina interna all’università Sapienza di Roma.
“I disturbi primaverili per eccellenza, come si desume dalla natura che si risveglia con le sue fioriture e la maggiore presenza di pollini, sono le forme di allergie a partire da quelle respiratorie che creano malessere”, evidenzia il medico. L’altro elemento di ‘disturbo’ è legato “all’allungamento delle giornate, in particolare quando arriva anche l’ora legale. Questo perché cambia il ritmo giorno-notte. Si producono dei cambiamenti anche ormonali che determinano condizioni che ci fanno dormire meno, si è più agitati. E ogni volta che si dorme meno si è più stanchi durante la giornata, si sopporta meno l’attività lavorativa perché si è più deconcentrati, si è più distratti, si rende di meno al lavoro”.
Il terzo capitolo degli disagi primaverili “è quello degli sbalzi di temperatura, tipici della stagione, con le giornate più calde e le serate fresche. Queste variazioni creano degli effetti che vanno dal semplice raffreddore a tutti i doloretti di tipo articolare che con l’esposizione al freddo peggiorano”.
Gastriti e reflusso si riaffacciano nei cambi di stagione
Nei cambi di stagione, segnala inoltre Sesti, “è possibile che si riaccentuino i sintomi di gastriti e reflusso gastroesofageo. In realtà non c’è meccanismo scientificamente accertato che leghi questi fenomeni all’arrivo della primavera, l’aumento della sintomatologia si osserva in tutti i cambi di stagione ed è probabilmente legato alle variazioni alimentari e di abitudini anche impercettibili che si verificano nei passaggi stagionali”. Psicologicamente, invece, “l’arrivo della primavera stimola di più alla vita sociale e all’aperto. Questo migliora l’umore ed è la parte positiva che, in ogni caso, rende piacevole questo periodo e su cui vale la pena concentrarsi”, conclude.
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