In occasione del centenario del grande Alberto Sordi, la storia di sei personaggi nati nel 1920 che hanno segnato la cultura italiana.
È il 1937, Gianni ha diciassette anni e si sta diplomando alle magistrali di Gavirate, in provincia di Varese. In quello stesso periodo, a Forlì, anche Tonino sta sostenendo l’esame per diventare maestro, mentre Federico a Rimini si diletta in caricature e vignette che ritraggono compagni e professori del liceo. Franca studia al liceo classico, ma a Milano, e nel tempo libero si diverte con le amiche a recitare qualche sketch. Alberto, invece, a Milano è rimasto poco ed è tornato nella sua Roma, dove finalmente ha trovato un posto come comparsa a Cinecittà. Nel frattempo, Renato si è appena diplomato in pianoforte al conservatorio di San Pietro a Majella, a Napoli. Sono i grandi personaggi della cultura italiana di cui nel 2020 si celebra il centenario.
Renato Carosone
Renato Carosone è il primo di loro a intraprendere la via della propria vocazione. Nel 1937 parte per l’Africa orientale italiana con una compagnia di musicisti. Qualche anno più tardi scriverà Maruzzella, dando inizio alla nascita di altri pezzi che passeranno alla storia come Tu vuò fa l’americano, Pigliate ‘na pastiglia e Torero. Il musicista napoletano diventa così una celebrità in Italia e nel mondo. Insieme a Domenico Modugno, infatti, Carosone è il solo artista italiano ad aver venduto dischi non incisi in lingua inglese negli Stati Uniti.
Alberto Sordi
Ed è proprio sulle parole di Tu vuò fa l’americano che si consacra una delle più celebri interpretazioni di Alberto Sordi. All’età di 34 anni, infatti, l’attore romano è il protagonista di Un americano a Roma. È da quel momento che, dopo alcuni insuccessi, la sua carriera prende piede. Dapprima attore di commedia capace di regalare una risata a tutti i suoi spettatori, all’età di 50 anni Alberto Sordi sorprende il pubblico e la critica con le sue doti di attore versatile, calandosi anche in ruoli drammatici. Nel 1995 riceve il Leone d’Oro alla carriera e all’età di 82 anni viene insignito di due lauree honoris causa in Scienze della Comunicazione per la sua capacità di comunicare i valori e i costumi italiani con la sua recitazione. In occasione del centenario della sua nascita (15 giugno), si sarebbe dovuta tenere una mostra a lui dedicata. L’evento, però, è stato posticipato a causa dell’emergenza sanitaria e avrà inizio il 16 settembre. Nella storica villa dell’attore, aperta per la prima volta al pubblico, verranno esposti materiali e immagini per raccontare la vita pubblica e privata di Sordi.
Federico Fellini
Una vita che forse conosceva bene l’amico Federico Fellini. Il regista romagnolo e l’attore romano, infatti, si conoscono per caso a Roma e stringono un’amicizia che li porta a condividere i primi successi. Fellini sceglie proprio Sordi per Lo sceicco bianco e I Vitelloni, l’anno successivo. Quest’ultimo film si dimostra un successo, tanto da vincere il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. Da quel momento molte delle sue pellicole diventano pietre miliari del cinema: La dolce vita, 8 ½, Roma, Amacord e tanti altri. A 73 anni, infatti, Fellini riceve l’Oscar Onorario alla carriera come riconoscimento dei suoi meriti cinematografici e per aver entusiasmato il pubblico mondiale. Il 20 gennaio si celebra il centenario del regista romagnolo e proprio in sua memoria è stata istituita la Giornata Mondiale del Cinema Italiano nella stessa data.
Tonino Guerra
Dalla Romagna arriva anche uno dei più grandi collaboratori di Fellini. Tonino Guerra, già vincitore di alcuni premi letterari per le sue composizioni, approda a Roma nel 1953. Da quel momento comincia a collaborare con numerosi registi in qualità di sceneggiatore, fino a quando nel 1974 firma Amarcord per Fellini. Quindici anni più tardi, quasi settantenne, decide di reinventarsi come pittore, trasferendosi nuovamente nelle colline delle sue origini. A 90 anni riceve il David di Donatello alla carriera e nello stesso anno viene insignito dall’Università di Bologna del Sigillum Magnum, la massima onorificenza accademica. Due anni dopo Tonino Guerra si spegne il 21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia.
Gianni Rodari
Come il coetaneo Guerra, anche Gianni Rodari si diploma come maestro e inizia a insegnare già da giovanissimo. Da quell’esperienza lo scrittore piemontese si accorge che la fantasia è una risorsa preziosa, soprattutto per i bambini, ma abbandona la carriera da insegnante per iniziare quella di giornalista. A 30 anni scrive il giornale per ragazzi Il Pioniere e si occupa della stesura di libri e rubriche indirizzate ai più giovani. In quegli anni pubblica anche i suoi primi romanzi tra cui Favole al Telefono nel 1962. Otto anni più tardi, Gianni Rodari riceve il prestigioso premio Hans Christian Andersen, considerato il “Nobel” della letteratura per l’infanzia. A 53 anni pubblica La grammatica della Fantasia, il suo capolavoro pedagogico. Un libro che sottolinea l’importante ruolo dell’immaginazione, del saper inventare storie, del coltivare la propria creatività in qualunque momento.
Franca Valeri
Un’abilità di cui è capace Franca Valeri che festeggerà il centenario il prossimo 31 luglio. Appena insignita del David Speciale di Donatello per la sua brillante carriera, l’attrice milanese è stata in grado di raccontare uno spaccato dell’Italia e dei suoi costumi in periodi di grande cambiamento con personaggi sagaci e ironici. Nel libro La vacanza dei superstiti (e la chiamano vecchiaia) racconta i suoi pensieri sull’anzianità con storie, aneddoti e pensieri. Una riflessione su come la comicità, la creatività, la fantasia e il continuo lavorio della mente sembrano essere fondamentali quando arriva la vecchiaia.
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