L’ultimo report sul diabete realizzato in collaborazione tra istituzioni, enti pubblici e privati fotografa “una pandemia complessa e in continua evoluzione”.
Diminuzione dell’attività fisica, urbanizzazione, aumento dei casi di sovrappeso e obesità, ma anche invecchiamento della popolazione. Sono questi i fattori che influenzano l’insorgenza del diabete tipo 2 nel 90% della popolazione adulta che ne è affetta. Gestire in maniera adeguata questa malattia e fare prevenzione sui soggetti a rischio contribuisce a migliorare la qualità della vita di queste persone, garantendogli un futuro più sereno. Si basa su queste premesse il Report del 17° ltalian Barometer Diabetes Summit, presentato a Roma lo scorso 9 luglio.
Con 400 milioni di persone nel mondo che convivono con questa malattia, “siamo in presenza di una vera pandemia” afferma il report realizzato dall’Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, IBDO Foundation, Istat, Università di Roma Tor Vergata Dipartimento Medicina dei Sistemi, Coresearch, Crea Sanità, Bhave. Questo dato entro il 2045 potrebbe riguardare 1 adulto su 8. In Italia a soffrirne sono 4 milioni di persone, e nel 2040 questa condizione potrebbe estendersi al 10% della popolazione.
I fattori di rischio del diabete
Il report ha rilevato che aspetti sociali e demografici, uniti a condizioni di inquinamento ambientale, sono fattori di rischio determinanti. In particolare, un maggiore rischio di sviluppare il diabete è a carico degli uomini over 74 che vivono al Sud, un dato che aumenta del 50% il rischio di contrarre il diabete rispetto a chi vive al Nord, anche a causa del differente accesso alle cure. Tra gli over 74 il rischio è di quasi 8 volte superiore rispetto alla fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni. Come l’incidenza del sesso maschile, più esposto al diabete rispetto alle donne del 40%. Sono anche altri i fattori di rischio riportati nell’indagine. Le scarse o insufficienti condizioni economiche familiari aumentano del 30% i casi di diabete. E a incidere c’è anche l’inquinamento atmosferico, che causa soprattutto lo sviluppo di complicanze della malattia.
Obiettivi nella lotta e prevenzione del diabete
La lotta per combattere la diffusione del diabete impone una sfida, che deve coinvolgere istituzioni e mondo scientifico. Garantendo una maggiore prevenzione e una diagnosi precoce, innanzitutto. Come ha ribadito Emilio Augusto Benini, presidente FAND Associazione italiana diabetici, durante il Summit che si è svolto in Senato, parlando di “interventi prioritari” come “garantire l’uniformità su tutto il territorio nazionale del servizio di diabetologia”. Diventa determinante, ha aggiunto, anche l’uso della tecnologia, con l’uso della telemedicina e del Fascicolo Sanitario Elettronico. Ma anche l’accesso a nuovi farmaci che riducono le dosi di insulina, alleggerendo le persone con diabete da un impegno anche emotivo: “spesso è proprio la grande quantità di iniezioni a indurre una forma di rifiuto rispetto alla terapia”.
E le sfide partono anche dal contesto locale. “Non possiamo sprecare l’occasione unica del PNRR per un rafforzamento del territorio, ovvero per un’assistenza che sia più a misura delle persone con diabete e della loro quotidianità – ha dichiarato Benini durante il Summit -. Stiamo portando avanti inoltre un progetto sulla rete diabetologica sociosanitaria. Le persone con diabete necessitano non solo della cura, ma anche di sostegno sociale, e i servizi sociali dei Comuni hanno un ruolo fondamentale per sostenere le persone fragili”.
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