Alzi la mano chi è mancino. La sinistra, ovviamente! Il 13 agosto di ogni anno, infatti, si celebra la Giornata Internazionale dei Mancini per sfatare miti e superstizioni che sono sopravvissuti nei secoli.
Giornata Internazionale dei Mancini
Questo evento è stato istituito nel 1992 dal Left Handers Club, l’associazione inglese che si impegna a diffondere la conoscenza del mancinismo nel mondo. Ma perché alcune persone nascono mancine e altre destrorse? Sembra che sia tutto frutto del nostro cervello. I due emisferi, destro e sinistro, che compongono la nostra materia grigia sono interessati da una precisa divisione di alcune funzioni come il linguaggio, la memoria a lungo termine e la creatività. Nei destrimani, ad esempio, tutte le abilità legate al linguaggio si trovano nell’emisfero sinistro, mentre per i mancini queste funzioni sono distribuite in entrambi gli emisferi con prevalenza nella parte destra. Secondo l’Università di Toledo, in Ohio, questa conformazione renderebbe i mancini più creativi e intelligenti e anche più portati alla risoluzione di problemi matematici.
I mancini del mondo
Insomma, il 10% della popolazione, composto da persone che utilizza principalmente la parte sinistra del corpo, sembra possedere doti spiccate in molti ambiti. Sono tanti, infatti, i personaggi famosi mancini che si sono distinti nelle arti, negli sport e nelle scienze. Marie Curie, Albert Einstein, Leonardo da Vinci, Van Gogh, Giulio Cesare, Mozart e Napoleone. Ma anche i più contemporanei Valentino Rossi, Barack Obama e Bill Gates. La concentrazione più alta di mancini, però, si registra in Regno Unito, Olanda e Belgio, mentre sembrerebbero meno presenti in India, Cina e Giappone. Un dato influenzato dalla società: in molte culture, infatti, si tendeva a scoraggiare l’uso della mano sinistra già a partire dai tre anni di età.
Un tentativo che è andato scomparendo, soprattutto dopo che un gruppo di scienziati ha notato che già nell’utero, alla decima settimana di gestazione, è possibile osservare una preferenza tra i movimenti della mano sinistra o di quella destra. La ricerca ha confermato la teoria che il mancinismo dipenderebbe dall’organizzazione cerebrale di ogni individuo, ma ha osservato che un’esposizione più alta al testosterone durante la vita uterina, potrebbe rallentare la maturazione dell’emisfero sinistro (dominante per i destri) inducendo più feti a diventare mancini. Potrebbe essere questa la ragione per cui durante i mesi invernali nascono più persone che utilizzano la mano sinistra. I bambini che hanno passato l’estate nella pancia, infatti, sono stati più esposti alla luce solare, che favorisce la produzione di testosterone.
Superstizioni e credenze
Ma il mancinismo non ha mai avuto vita facile. Sono molte le superstizioni contro cui i mancini si sono trovati a combattere nei secoli. Quando la medicina assomigliava più alla stregoneria che a una scienza attendibile, infatti, c’è stato chi ha associato l’uso della mano sinistra a molte patologie come schizofrenia, depressione, cancro, diabete, asma, insonnia e demenza precoce. Non meno bizzarra l’idea che chi utilizzava la mano sinistra agisse sotto l’influenza di forze oscure. Una convinzione che trova le proprie origini nell’antichità, quando si credeva che gli auspici provenienti dalla parte sinistra fossero di cattivo augurio. Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale, ha addirittura ipotizzato che ci fosse un’elevata presenza di mancini tra i carcerati, collegando l’uso della mano sinistra alla criminalità. Ma c’è anche chi, nell’800, ha sostenuto che chi utilizza la mano sinistra ha un’aspettativa di vita inferiore di quasi nove anni rispetto ai destrorsi. La ragione di questo risultato risiederebbe proprio nella distribuzione cerebrale. L’emisfero destro, infatti, era ritenuto più deperibile di quello sinistro ed essendo utilizzato maggiormente dai mancini, li condannava ad una vita più breve.
Ovviamente, però, le uniche difficoltà riscontrate dai mancini sono quelle legate agli oggetti di uso comune, pensati principalmente per i destrimani.
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