Le persone nel mondo costrette a fuggire da casa propria sono ancora in aumento per il dodicesimo anno consecutivo. A dirlo è il Rapporto Global Trends 2024 dell’Agenzia Onu per i rifugiati. Si stimano circa 120 milioni di profughi a livello globale
Fra crisi climatiche e nuovi e vecchi conflitti, nel 2023 l’Unhcr ha dichiarato 43 emergenze in 29 paesi, un dato quadruplicato in soli tre anni.
Sudan
La guerra in Sudan è stata la prima causa di un ulteriore aumento del numero di esseri umani in fuga: dall’inizio del conflitto nell’aprile dello scorso anno sono stati registrati 7,1 milioni di sfollati nel paese, oltre a 1,9 milioni che hanno oltrepassato i confini nazionali, per un totale di quasi 11 milioni di persone costrette ad abbandonare la propria terra.
Gaza
Secondo l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa, dalla fine dello scorso anno 1,7 milioni di persone, pari al 75% della popolazione, sono sfollate all’interno della Striscia di Gaza, e costrette a spostarsi più volte a causa degli attacchi israeliani.
Siria
La Siria ha ancora il triste primato del maggior numero di rifugiati al mondo, con quasi 14 milioni di persone costrette alla fuga dalla guerra civile cominciata nel 2011.
Gli sfollati
Secondo i dati dell’Internal displacement monitoring centre, gli sfollati interni, ossia coloro che fuggono dalle proprie case ma restano comunque nel proprio paese, raggiungono i 68,3 milioni di persone nel mondo, con un aumento di quasi il 50% negli ultimi cinque anni.
I rifugiati
Il numero di rifugiati e di persone che hanno diritto alla protezione internazionale è di 43,4 milioni, inclusi quelli sotto mandato dell’Unhcr e dell’Unrwa. Cinque paesi da solo fanno il 73% dei rifugiati del mondo: Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan. Gli afghani restano la comunità più numerosa, rappresentano un rifugiato ogni sei del totale.
120 milioni di profughi: i paesi ospitanti
I paesi che ospitano le popolazioni di rifugiati più numerose sono l’Iran con 3,8 milioni, la Turchia con 3,3 milioni, la Colombia con 2,9 milioni, la Germania con 2,6 e il Pakistan con 2. Quasi tutti i rifugiati presenti in Iran e Pakistan sono afghani, mentre quasi tutti quelli presenti in Turchia sono siriani.
Il 69% dei rifugiati è ospitato nei paesi limitrofi a quelli della crisi e il 75% risiede in paesi a basso e medio reddito: i 45 paesi meno sviluppati, che insieme rappresentano meno dell’1,4% del Pil globale, accolgono il 21% di tutti i rifugiati del mondo.
120 milioni di profughi: tre quarti in fuga dai cambiamenti climatici
Tre quarti delle persone costrette alla fuga nel 2023 vivevano in paesi con un’esposizione elevata o estrema ai rischi legati al clima.
L’International Displacement Monitoring Centre ha osservato che gli effetti legati a cambiamenti climatici come la desertificazione, l’aumento delle temperature, la perdita di biodiversità e la maggiore incidenza di eventi atmosferici estremi stanno riducendo la possibilità di accesso al cibo e all’acqua, rendendo inospitali alcune aree del pianeta.
Il primo a teorizzare il nesso fra cambiamento climatico e migrazioni è stato Norman Myers, un ambientalista britannico specializzato in studi sulla biodiversità, nominato “eroe ambientale” da Time Magazine nel 2007. Asia, Africa e America Latina sono le zone geografiche più esposte ai rischi del surriscaldamento globale, e presentano anche condizioni preesistenti di disuguaglianze economico-sociali. Questo doppio fattore le espone a diventare le aree più vulnerabili dalle quali sempre più persone saranno costrette a spostarsi.
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