C’è bisogno di fare di più. Servono più investimenti pubblici destinati alla salute psicologica di ogni persona. Oggi più che mai: la pandemia di Covid-19 ha colpito duramente anche il benessere psicologico di milioni di individui ovunque nel mondo. È l’appello al centro della Giornata Mondiale della Salute Mentale di questo 10 ottobre, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). In Italia, ad attirare ancora di più l’attenzione sul tema, ci pensa anche la Giornata Nazionale della Psicologia, promossa dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e patrocinata dal Ministero della Salute.
Il benessere mentale è una componente essenziale della definizione di salute data dall’Oms: «Non c’è salute senza salute mentale. La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità. Una buona salute mentale consente agli individui di realizzarsi, di superare le tensioni della vita di tutti i giorni, di lavorare in maniera produttiva e di contribuire alla vita della comunità ad ogni età».
Quanto si spende per la salute mentale
Ancora troppo poco. Dice l’Oms: «La salute mentale è una delle aree più trascurate della salute pubblica. Quasi 1 miliardo di persone convive con un disturbo mentale. Nel mondo, oltre il 75% delle persone con disturbi mentali, neurologici e da uso di sostanze, non riceve alcun trattamento per la loro condizione. Inoltre, lo stigma, la discriminazione, la legislazione punitiva e le violazioni dei diritti umani sono ancora diffusi».
I Paesi spendono in media meno del 2% dei loro budget sanitari per la salute mentale. E questo nonostante il fatto che ogni singolo dollaro investito in un trattamento su larga scala per disturbi mentali comuni, come la depressione e l’ansia, porti un guadagno di 5 dollari grazie ad una migliore salute e produttività.
Non solo, da una indagine condotta dall’Oms tra giugno e agosto 2020 su 130 Paesi è emerso che a causa dell’emergenza Covid-19 l’assistenza è stata ridotta. Oltre il 60% ha segnalato interruzioni nei servizi di salute mentale per le persone vulnerabili, inclusi bambini e adolescenti (72%), anziani (70%) e donne che necessitano di servizi prenatali o postnatali (61%). Una lacuna che si è cercato di colmare con la telemedicina e la teleterapia nell’80% e più dei Paesi ad alto reddito. Nei Paesi a basso reddito, invece, questo tipo di assistenza ha riguardato meno del 50%.
#MoveforMentalHeatlh: servono più investimenti
Proprio per questo, nella Giornata Mondiale della Salute Mentale, l’Oms chiede un massiccio aumento degli investimenti nei programmi dedicati alla salute mentale. Tutto grazie alla campagna globale #MoveforMentalHeatlh.
Tra gli appuntamenti in programma, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha organizzato un evento on line in cui gli esperti di salute mentale spiegano cosa è necessario fare per migliorare la nostra salute mentale e come contribuire a garantire un’assistenza sanitaria di qualità per tutti coloro che ne hanno bisogno. È possibile seguire l’evento sui canali social dell’Oms dalle 16.00.
In Italia la depressione è più diffusa tra gli over 65
Nel nostro Paese c’è un grande bisogno di aiuto, assistenza e sostegno psicologico. Secondo l’ultimo report dell’Istat, La salute mentale nelle varie fasi della vita, 2018, la depressione è il disturbo mentale più diffuso. Riguarderebbe 2,8 milioni di persone dai 15 anni in poi. Con l’età cresce la prevalenza di disturbi come depressione e ansia cronica grave (dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni). Rispetto agli uomini, lo svantaggio delle donne emerge in età adulta e si acuisce oltre i 65 anni. I disturbi ansioso-depressivi si associano a condizioni di svantaggio sociale ed economico: rispetto ai coetanei più istruiti, raddoppiano negli adulti con basso livello di istruzione e triplicano (16,6% rispetto a 6,3%) tra gli anziani, fra i quali le differenze di reddito incidono ben poco.
Le persone che hanno chiesto assistenza
Nel 2018, secondo il Rapporto Salute Mentale del Ministero della Salute, le persone assistite dai servizi specialistici erano 837.027 con una media di 96,7 persone ogni 10mila abitanti. A chiedere un supporto sono state più le donne (53,8% dei casi), mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (68,3%).
Quanto spende l’Italia
Sempre secondo l’ultimo Rapporto del Ministero della Salute, nel 2018 il costo medio annuo per residente dell’assistenza psichiatrica, sia territoriale che ospedaliera, è stato pari a 78 euro pro-capite. Il costo complessivo assorbe il 3,2% di tutta la spesa sanitaria. Una cifra insufficiente, tanto che secondo l’analisi condotta dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, i Dipartimenti di Salute Mentale sono in grado di rispondere correttamente a poco più del 50% del fabbisogno assistenziale stimato.
Non solo, secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti al 2018, l’Italia si classifica ultima nell’Unione europea per numero di letti ospedalieri dedicati alle cure psichiatriche.
Per addentrarsi nei meandri dei sistemi di cura a livello regionale, la Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica ha organizzato l’incontro “Regioniamo di Salute Mentale”. Saranno svelati i punti di forza e le debolezze dei 20 sistemi di cura per la Salute Mentale nel nostro Paese. L’appuntamento on line, per questo 10 ottobre, è dalle ore 10.00 alle 12.00.
L’appello della Giornata Nazionale della Psicologia
“Il diritto alla Salute Pisicologica” è il tema al centro della Giornata nazionale della Piscologia che, come anticipato, si tiene oggi. Per l’occasione lo scorso 7 ottobre il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, ha riunito in un Convegno nazionale psicologi e rappresentanti delle istituzioni. All’incontro è intervenuto il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Nella mia idea di nuovo Servizio sanitario nazionale – ha affermato – c’è uno spazio importante per il vostro lavoro, per la vostra professionalità, per quello che avete rappresentato in questi mesi di emergenza e per quello che avete rappresentato in questi anni, come necessità di rimettere al centro l’assistenza, il supporto psicologico che è sentito dai cittadini come rilevante e sempre più importante. Dopo questa crisi ci sarà una fase interessante con una nuova centralità del Servizio sanitario nazionale. E queste pagine dobbiamo scriverle insieme».
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