1º novembre: un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la storia della festa di Ognissanti, partendo dalle sue origini celtiche fino ai giorni nostri
La scelta del 1° novembre risale al IX secolo con Papa Gregorio IV, probabilmente per “cristianizzare” la festa pagana del Capodanno celtico che si festeggiava più o meno nello stesso periodo. Ai tempi di Carlo Magno, dunque, la data era ormai ampiamente diffusa, tanto che il franco Luigi il Pio ne decretò l’ufficialità. La festa di Ognissanti, nota anche come giorno di tutti i santi, si celebra in tutto il mondo cristiano ogni primo novembre, il giorno successivo alle calende di inverno. Ha origini molto antiche, per gli studiosi se ne trova traccia nel IV secolo ad Antiochia e originariamente si festeggiava la prima domenica dopo la Pentecoste (fine maggio o inizio giugno).
Le radici celtiche
Il legame tra culti celti e cristiani rientra nei primi tempi del cristianesimo e nella sua politica di sincretismo. Come accadde per molte altre feste, prima di diventare precetto, anche la festa di Ognissanti del primo novembre creava una continuità con Samhaim, la festa celtica per il nuovo anno. In quel giorno, infatti, il confine tra regno dei vivi e dei morti veniva meno. I defunti tornavano nei luoghi dove erano vissuti ed erano accolti con festeggiamenti, balli, corone di fiori e lauti banchetti. Questo legame non è mai scomparso, come è evidente dal fatto che i cristiani il due novembre commemorano il Giorno dei Morti.
1º novembre: Una solo festa, tante tradizioni
Ciascun paese festeggia Ognissanti a modo suo. In Messico il 1° novembre è il giorno in cui iniziano le celebrazioni del Dìa de Muertos. La ricorrenza fonde la tradizione dei conquistadores spagnoli con le antiche usanze dei nativi, dando luogo alle celebrazioni colorate di oggi. Santi e defunti si confondono in un’unica immagine. Si visitano le tombe degli antenati, adornarle con nastri e maschere e consumare in compagnia i piatti più amati dai cari estinti.
Le candele e l’incenso servono a riportare indietro le anime, mentre il cibo viene offerto affinché gli spiriti possano godere degli aromi e delle essenze di cui tanto godevano in vita. In Guatemala si fanno volare in cielo gli aquiloni, simbolo del passaggio dell’anima dal mondo dei vivi a quello dei morti. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la festa è strettamente collegata ad Halloween, abbreviazione di “All Hallows’ Eve”, ossia Vigilia di Ognissanti, diretta erede della festa pagana Samhain.
Dalle Filippine all’Europa, ecco come si festeggia il 1º novembre
Anche nelle Filippine il primo novembre è una festa gioiosa, chiamata Undas, ed è strettamente connesso al Giorno dei Morti. È l’occasione per molti di tornare a casa e festeggiare con la famiglia almeno un paio di giorni, in qualsiasi parte del mondo vivano. Le persone ricoprono di fiori le tombe e trasformano i cimiteri in luoghi di vita sedendosi a mangiare con i defunti. I bambini sciolgono le candele per farne palline, simboleggiando così l’eterno ciclo di vita e morte. In Polonia e in Francia, come in Italia, è tradizione visitare i cimiteri portando crisantemi, ma c’è chi, come a Cadice, in Spagna, fa durare i festeggiamenti una settimana e dalla fine di ottobre a inizio novembre la città andalusa diventa uno dei luoghi più ameni del paese.
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